Fornace Aretina
Fournace Areatina




Il sito, situato in località Cesurli – Poggio della Mentuccia, fu scoperto sul finire dell’Ottocento dall’archeologo Angiolo Pasqui che, per primo, ne parla nei suoi appunti per la realizzazione della Carta Archeologica d’Italia 1881-1897.
Nel 1984 scavi condotti dall’archeologa Clementina Sforzini ne hanno attestato la produzione di ceramica fine da mensa, nota come “Terra sigillata italica”, le cui forme e decorazioni derivano dalla Ceramica Aretina. Il rinvenimento di alcuni bolli rinvenuti in tutto il Mediterraneo occidentale, dimostrano l’importanza di questo centro non solo nei traffici commerciali sulla Via Amerina, ma anche a quelli lungo la Via Flaminia e il Tevere, fino ad assumere una diffusione di tipo decisamente internazionale.
Ad oggi il sito risulta l’unico noto di Sigillata ritrovato fuori dal comprensorio di Arezzo e questo, sommato ad altri importanti indizi, fa sospettare agli studiosi che si trattasse di una manifattura gestita da falsari.
In ogni caso, si può senz’altro sostenere che la lunga tradizione nell’ambito della ceramica di Vasanello deve la sua genesi proprio a questo polo, poi a lungo dimenticato, ma che lasciò un talmente radicato ricordo nei discendenti delle maestranze che vi lavorarono, da tramandarne inconsapevolmente il retaggio per ben due millenni. (Fonte: “Vasai aretini in area falisca: l’Officina di Vasanello”, Clementina Sforzini, Leo. S. Olschki Editore, Firenze, 1990).
The site, located in Cesurli – Poggio della Mentuccia, was discovered in the late nineteenth century by the archaeologist Angiolo Pasqui, who first mentioned it in his notes for the creation of the Archaeological Map of Italy (1881-1897).
In 1984, excavations led by the archaeologist Clementina Sforzini confirmed the production of fine dining pottery, known as “Italian Sigillata,” whose shapes and decorations derive from Aretine ceramics. The discovery of several stamps found throughout the western Mediterranean demonstrates the importance of this center not only in commercial traffic along the Via Amerina but also along the Via Flaminia and the Tiber, achieving a decidedly international reach.
To date, the site remains the only known find of Sigillata outside the Arezzo district, and this, combined with other significant clues, has led scholars to suspect that it was a workshop managed by counterfeiters.
In any case, it can certainly be asserted that the long tradition of ceramics in Vasanello owes its genesis to this center, which was then largely forgotten but left such a deep-rooted memory among the descendants of the artisans who worked there that they unwittingly passed on its legacy for two millennia. (Source: “Vasai aretini in area falisca: l’Officina di Vasanello”, Clementina Sforzini, Leo. S. Olschki Editore, Florence, 1990).

